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29 giugno 2018
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Sono

“Ho tatuato Saviano, Totti e altri vip … ma gli dissi di non farlo!”

“Il giorno ha occhi. La notte ha orecchie” così recita un antico proverbio persiano e nel caso di francesco Cinti Piredda, si potrebbe dire che ha anche mani. Perché Francesco, 52 anni e un passato da assistente di volo, inizia la sua attività di tatuatore solamente quando il sole cala sulle bellezze di Roma e con le sue mani dà forma a disegni e pensieri.

Sulla porta dell'Unopercento, il suo studio, non c'è neanche l'insegna, ma i clienti riescono a trovarlo attraverso il passaparola. E si adattano a lui e ai suoi orari, non viceversa.

 

Clienti di ogni età e, soprattutto, diversi personaggi del mondo dello spettacolo e dello sport. Francesco ha disegnato sul corpo di Totti e Ilary Blasi, ma anche su quello di Roberto Saviano, Primo Reggiani, Edoardo Leo, Francesca Inaudi e Ivan Zaytsev, argento olimpico della pallavolo.

“Ho bisogno di entrare in empatia con una persona che mi sceglie e di giorno questo non è possibile. Tra telefonini, il lavoro, la famiglia, la fidanzata, il marito, il figlio che dorme o non dorme: è sempre un disastro. Dalle 22 in poi, il mondo attorno a loro si ferma e quindi possono stare solamente con me”, racconta a Sono. “Solo così si instaura un rapporto empatico e quindi vengono fuori delle storie fantastiche, talvolta anche molto tristi. Tutto nella massima discrezione. Non dico a nessuno di questi appuntamenti, perché non voglio creare la ressa davanti allo studio, voglio che tutti si sentano tranquilli e si lascino andare”.

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In molti ti definiscono il tatuatore dei vip: ti inorgoglisce questa definizione?

 

“Per mia fortuna sono un tale disadattato perché lavoro di notte e di giorno dormo. Il mondo esterno per me è una cosa che vedono solo gli altri. Per me Roberto Saviano piuttosto che la Iena Giulio Golia o l'attore Primo Reggiani sono persone normali, cioè non penso. “Oddio che emozione, ho il vip davanti”. Per cui ho sempre un atteggiamento molto naturale con loro. Solo Totti è una persona che ha un'energia talmente forte che ti trasmette qualcosa di importante, e allora avverti che hai di fronte una persona speciale. Ed è stato speciale anche il suo tatuaggio”.

Che cosa puoi raccontarci dell'incontro con l'ex capitano, oggi dirigente dei giallorossi?

“La premessa è che io sono famoso perché non faccio il tatuaggio a nessuno se non è convinto, o se la richiesta non mi piace. Totti si è fatto accompagnare da quattro amici e mi ha chiesto di disegnargli le iniziali del suo nome e quello di sua moglie Ilary. Io non volevo perché secondo me questo rito non porta molto bene, tanto che la maggior richiesta di coperture da parte dei clienti è eliminare il nome della ex fidanzata o della ex moglie. Gli amici mi dicono: “Ma tu hai capito a chi stai a dire di no?”. E insistevano perché esaudissi la richiesta. Ho provato a suggerirgli dei simboli di unione polinesiani ma non c'era verso, voleva le iniziali, quindi ho pensato alle scritte da me inventate -la brush calligraphy- che sono una deviazione dello shodō, l'arte di scrittura giapponese. Con questa tecnica non stacchi mai o quasi mai il pennello dal corpo”.

E si è convinto?

“Ho provato a segnare la lettera “i” e la “f” su carta e non era male. Così gli ho disegnato addosso le lettere con un pennarello. Totti si è specchiato ma non ha mostrato grosso entusiasmo. Ha mormorato un “bello”, ma restando un po' titubante. Allora gli ho risposto che non gliel' avrei fatto e ho usato l'escamotage che generalmente mi serve per non tatuare, gli ho incartato il braccio e gli ho detto di non scoprirlo fino all'indomani. “Domattina strappi via la carta e ti metti davanti allo specchio all'improvviso. Se quello che vedi riflesso con quel segno addosso ti piace allora mi chiami, altrimenti no”. E lui mi ha telefonato. E poi è venuta anche Ilary una settimana dopo”.

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Invece come è stato tatuare lo scrittore Roberto Saviano?

“Mi chiamò per dirmi che voleva un appuntamento, ma io non sapevo esattamente cosa volesse e dove... Avevo bisogno di parlargli, ma lui mi ha risposto che non poteva comunicare e di fissargli subito la seduta. La cosa curiosa? A mandarlo da me sono stati i carabinieri. Si, perché loro sanno tutto quindi sanno chi è lo spacciatore migliore, la prostituta più bella e il tatuatore più bravo (ride, ndr)”.

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Quale tecnica e colori usi per realizzare i tuoi tattoo?

 

“Eseguo tutto direttamente su pelle, io che all'inizio non sapevo neanche disegnare, e penso a cosa proverà la persona ad aver addosso proprio quel tatuaggio. Le emozioni di quella persona riportate su quel corpo diventano una cosa unica. Uso il bianco e il nero e poi aggiungo dei toni di colore abbastanza pacati, solo a volte uso qualcosa di più acceso. Mi piace stare a tono con gli incarnati”.

C'è un personaggio che ti piacerebbe si rivolgesse a te?

 

“Io sprono tutti a non farlo. Non sarò mai io a convincere qualcuno a farsi tatuare, piuttosto il contrario. Quindi, solo quando un potenziale cliente insiste molto, significa che lo vuole veramente e allora possiamo affrontare la cosa. Di recente è venuto Ivan Zaytsev, il pallavolista russo, ma se dovessi scegliere, Jack Nicholson potrebbe davvero stuzzicarmi”.

Isa Grassano

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