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19 maggio 2014
UnfoldingRoma.com
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FRANCESCO. SOLO TRA CENTO UNO TRA CENTO. 1%

Francesco Cinti Piredda

Ore 22,30 quartiere Testaccio, a pochi passi il fulcro della movida romana, Via Ginori una via stretta, silenziosa, sgombra, una serranda verde senza insegna, busso, mi aprono. È fatto cosi Francesco Cinti Piredda, “ Posso solo stasera se non ti dispiace " …. Semplice, diretto, mi fa accomodare nel suo studio molto pulito e accogliente, un quadro della Madonna con il Bambino in un angolo, una tela giapponese in un altro, mentre un cliente attende di essere sfiorato dalle sue mani. Francesco non ama definirsi artista, ma un grande creativo. Comincia l'intervista mentre sistema i ferri del mestiere, parla e ti guarda negli occhi.

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Francesco Cinti Piredda, tu non sei di questo mondo, “ TU ABITI CASUALMENTE SU QUESTA TERRA “, sei anche estraneo alla materia umana, quindi, chi è Francesco Cinti?

 

Io non sono un appassionato di tatuaggi, non mi sarei mai sognato di diventare un tatuatore, non sapevo disegnare e ho scoperto che a disegnare si impara, sono rimasto affascinato dalla macchinetta, dal rumore, dal suo affondare gli aghi nella pelle e per quello, solo per poterla usare ho cominciato a disegnare di tutto, anche a malavoglia a volte, e non si tratta di voler solo marchiare la pelle, la pelle umana è viva ed io devo volere il meglio per il cliente, qualcosa che si distacca dal generico, il tatuaggio convenzionale non entra nelle mie corde. Io faccio tatuaggi, offro una cosa che è bello dare a chi è contento di riceverla, un po' come il bacio tra due amanti: io ti bacio perchè sento un sentimento e tu mi corrispondi perchè anche tu provi la stessa cosa. Io poi, non sono un disadattato comune, ma un disadattato vero e non sono un falso per convenzione, se penso una cosa la dico e basta l'ipocrisia mi è estranea e questo anche altri colleghi che mi conoscono lo sanno bene, infatti tra i tatuatori non sono neanche ben voluto -ride- o meglio non vado d'accordo con altri stili di tatuaggio, non li sento miei.

Continuando a leggere di te, nasci già creativo, vesti una divisa, poi...l'illuminazione, scopri una passione e la interpreti. Non realizzi tatuaggi convenzionali, “ parli “ alla pelle come se ti avesse parlato lei la prima volta, cosa ti ha sussurrato quella notte a Soho?

Come ti ho già accennato prima, fu la macchinetta a parlarmi la prima volta, il suo fascino la sua vibrazione, ho desiderato di tenerla in mano più di ogni altra cosa, ho sempre disegnato sulla pelle e non mi piace quando cerco di trasferire i miei disegni su carta, è come un sarto che è abituato a prendere le misure addosso ad una persona che respira che emana calore, emozione, come fai a farlo addosso ad un manichino freddo, muto, senza vita? Il cliente ti parla ti dice un'idea che gli è venuta in mente ma sotto sotto ti chiede un'altra cosa. Il cliente presente all'intervista annuisce: “E' ero, sono entrato con un'idea ed un' immagine ben precise e Francesco mi ha sconvolto tutto, ma sai la cosa buffa, era esattamente quello che volevo, che avevo in mente“. Vedi, è questa l'alchimia che creo con il cliente, lavorando anche di notte quando questo si spoglia di tutte le sue ansie, la sua fretta, i suoi problemi, i suoi appuntamenti, tanto: è notte, a parte dormire, rilassarci, che altro si fa normalmente? Così in un clima di abbandono, in una dimensione più tranquilla, lontana dalle frenesie del giorno, dalle voci che ti chiamano, dal telefono che squilla, esce la vera essenza di noi stessi di quello che vogliamo, ed anche io, mentre disegno, mi faccio prendere dall'entusiasmo di quello che creo, spesso mi capita di zittire il cliente mentre cerca di darmi delle direttive sul lavoro che sto eseguendo, quasi senza accorgermene... e a volte disegno anche cose che non erano in programma ma perfettamente in linea con il desiderio del cliente...per questo motivo mi distacco dalla massa, il cliente che viene da me non viene con un'idea precisa ma con un'idea in divenire; ma mai eseguirei disegni che non mi rispecchiano, disegni in scala che non hanno anima, questo sono io, ho il mio stile e non lo adatto a nessuna richiesta standardizzata.

Conosco diverse persone che “ indossano “ i tuoi tatuaggi, tutte rapite da te, dalle tue creazioni, ipnotizzate dalla vita che dai ad ogni singolo tratto, quando sento parlare di te le persone non mi mostrano solo il corpo, ma anche una sorta di tatuaggio dell'anima, come fai ad arrivare a questa fusione con il cliente ?

Il tatuaggio che hanno addosso lo hanno tirato fuori loro, io disegno un percorso che loro hanno già dentro ed è solo una questione di estrapolare la passione, l'espressione, il romanticismo, ogni cliente mi trasmette la sua “cosa“ attraverso il suo linguaggio e che è perfetta per lui, che segue le linee e le sfumature del suo corpo, ma che è assolutamente non consona per un'altra persona. Cerco di disegnare tutto insieme, in modo da non perdere le emozioni del momento è un attimo avvincente che deve esprimere tutto in un istante, un'esplosione di sentimenti, gusti ed emozioni. Mentre la tela che usa il pittore è un'elemento piatto, vuoto, il corpo già ti parla, ha già delle luci e delle ombre, non è sterile e ogni cliente ti mette del suo: questo è un viaggio infinito.

Le tue opere, mi sento di chiamarle opere perché come tali le tratti, e le fotografi interpretandole come veri capolavori, pose studiate nei dettagli, nulla che distolga l'attenzione, corpi nudi, lisci, tele incorniciate, anche questo è uno stile unico, anche questo: intuizione o voglia di distinguersi?

 

È stato tutto molto semplice, un mio amico fotografo di Londra mi ha chiesto di fargli vedere come tatuo, l'armonia del corpo, come una persona si sente con quel tatuaggio, alla fine mi ha fatto una lezione di 6 ore per fotografarle. Le pose, le luci, le ombre ed ho scoperto che l'obiettivo della macchina fotografica seduce e le persone stesse diventano protagoniste e interpreti. La sensazione sul corpo poi non è tela sterile, è persona, ogni foto ha una connotazione viva: le mani, un braccio, un profilo che animano il tatuaggio e fanno vedere come si sente lui, la tela invece è un foglio inerme "io levo senso ad una pelle che è già sana": tolgo una normalità per dare particolarità.

So che ci tieni molto a consigliare il tipo di tatuaggio, le dimensioni, il posto dove realizzarlo, seguendo chiaramente gusti ed inclinazioni del cliente. C'è stato un cliente che ti ha particolarmente ispirato da coinvolgerti in modo estremo ?

Non ce n'è uno in particolare, ma la cosa più strana che mi viene in mente è un evento. Qualche anno fa entra un cliente, si rivolge all'assistente facendole una strana domanda, l'assistente con voce un po' sorpresa mi chiama, il cliente in questione mi chiede di disegnare 4 croci, due sui polsi e due sui piedi, già da tempo non eseguivo più tatuaggi religiosi, ma non so perché decisi di accettare stupendomi quasi di me stesso. Il signor Lidomar, scoprii poi, essere un Frate che aveva già una croce sul costato e mi spiegò che la stessa situazione si era verificata anche per quel primo tatuaggio, a Gerusalemme, benché si trovasse in uno studio ebraico. Parto con un disegno, lo realizzo e quando è finito è l'attimo, la luce, la luce che hanno negli occhi i miei clienti quando vedono il tatuaggio riflesso nello specchio la prima volta: è li che si racchiude, in quel momento, tutto il mio coinvolgimento.

La notte è il tuo elemento "solo" è come ami più spesso definirti, la solitudine è anche un profondo viaggio dentro se stessi, una conoscenza dell'inconscio che pochi riescono a raggiungere. Quanto lavoro di introspezione per trovare il tuo equilibrio?

Non ho nessun equilibrio, come ti ho spiegato, la notte è il momento in cui ti puoi liberare, il mio cliente si libera molto più facilmente dalle adrenaline del giorno è più scoperto e “chi più si scopre è più cuore e meno testa”. Il mio equilibrio lo devo ancora trovare e poi "solo"… io sotto sotto devo imparare a stare solo, a stare bene con gli altri e con me stesso.

Il viaggio, una nota onnipresente nella tua formazione, l'Europa, il Giappone, la ricerca di armonia e perfezione, non ti fermi mai la tua è una scoperta perenne, quando qualcuno sembra aver capito qualcosa di te, scopre qualcos'altro. Francesco cosa altro vuole arrivare a scoprire ?

A me manca una cosa sola: l'amore e i figli, tutto questo è quello che vorrei ora, una famiglia che ho tentato di creare ma a cui non sono riuscito ad avvicinarmi, tendo a mettere molto entusiasmo in tutto quello che faccio, compresi i rapporti, mi concedo in modo assoluto e mi scontro sempre con realtà troppo lontane dalle mie.

Ti ispiri molto a Katsushika Hokusai, un pittore e incisore giapponese, che ispirò anche Claude Monet e Vincent Van Gogh. Ti potresti definire un nuovo impressionista ?

No. sono un sensibile, cerco solo di trasmettere sensazioni e di farti volere e vedere quelo che io vedo in quel disegno. Massima sensazione con il minimo del segno senza tanti fronzoli.

Rimanendo ad una delle tue fonti d'ispirazione, anche nei tuoi tatuaggi è palpabile una percezione plurisensoriale dell'immagine, come accade per La grande onda di Hokusai che dà l'impressione di ascoltare il rumore del mare e percepire l'odore della salsedine, come dicevo, anche nei tuoi tatuaggi si ha questa sensazione, il profumo del giglio, il nastro che si srotola, è questo il segreto del tuo successo ?

Il sarto ha finito di cucire l'abito addosso alla persona, valorizzandone linee e caratteristiche, quando questa si muoverà esalterà la sua bravura di sarto, così se io trovo le linee giuste di quel corpo e riesco a mettere a proprio agio la persona che lo porta, io ho avuto la mia soddisfazione e verrà esaltata la mia bravura di tatuatore. Forse è per questo che vengo apprezzato di più da chi non ama i tatuaggi, io sto lontano dal tatuaggio come simbolo in sè e più vicino a quello che è la persona.

Come hai elaborato il carattere simbolico e criptico della tua scrittura, che richiama anche l'ideale di possedere una cosa unica e personale?

All'inizio molti clienti arrivavano chiedendomi tatuaggi con carattere Gotico … il solito, ero un po' stufo di questo conformismo, così approfondii lo studio dell'ideogramma giapponese chiamato Shodo Kodo, una tecnica di calligrafia che permette anche di esprimere la propria arte con lo stile personale di chi lo interpreta, un po' come la nostra calligrafia noi la personalizziamo a nostro piacimento. Un cliente poi mi chiese di scrivere una parola su una cicatrice, cosi un po' per cercare di ricalcare il solco di questa, un po' per la richeista di trovare un carattere che non fosse proprio comprensibile è nata questa scrittura, un caso, che ho poi perfezionato e che ora mi contraddistingue.

Parlavo di una persona eclettica, come eclettiche sono anche le tue passioni il Volkswagen T1 e T2 è una di queste, com' è il Francesco Cinti lontano dallo studio, nel quotidiano,un viaggiatore solitario, un' anima semplice ma decisa che ama il mondo e scoprirlo?

Mi picerebbe viaggiare in coppia e gustarmi quello che vedo, invece che mille posti in un giorno due posti in mille giorni. In Giappone ho visitato Tokyo, Yokohama, Kyoto, beh, ho visto solo un Tempio e non ho pianificato nulla, però mi sono messo a guardare la gente, i volti le espressioni, i modi di fare, una cultura diversa, perché il viaggio non è solo nelle cose da vedere ma anche nelle persone che si incontrano. Mare, spiaggia vera, il furgone è libertà, io ne ho due, sono la mia casa durante l'estate, ma non da intendersi come un camper fermo in un parcheggio asfaltato. Per me il camper sta al pulmino come il campeggio sta alla spiaggia, come lo yacht che dorme in Porto sta alla barca in legno che dorme in Rada alla Fonda.

Ultima domanda, eseguirebbe per dovere di cronaca, si intende, un tatuaggio pro-bono all'autrice di questa intervista?

Che vuol dire “Pro Bono”??? hahahahaha. SI.

COMING SOON…

Devo un Grazie particolare a Francesco Cinti Piredda, ho scoperto durante questa intervista una persona, un uomo “Ricco” di sentimenti e di valori, forse un ritratto diverso dal personaggio che mi aspettavo, ma sicuramente più affascinante e vero, una persona umile e legata alla vita ed alle sue infinite sfaccettature, un vero piacere averti incontrato.

 

“Un tatuaggio UNOPERCENTO 1% è così, non chiedetemi cose diverse”.

Laura Tarani

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