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Radio Rai

I personaggi della notte

Francesco Cinti Piredda

I personaggi della notteRadio Rai
00:00 / 22:30

Ecco un altro ospite veramente molto particolare, lui dipinge sulla gente, sui corpi della gente durante la notte, perché dice che durante la notte effettivamente è più facile scoprire la vera essenza di ciò che si è..

 

Buonasera a tutti

Come ti chiami?

Francesco

 

Cosa fai la notte Francesco?

Dipingo sulla gente, perché faccio tatuaggi, quindi sono una specie di dipinti, per come la vedo io, che durano per sempre. Tiro fuori le linee e le sensazioni di quella persona e gliele porto sottopelle, e questo secondo me può essere fatto solo di notte, nel momento in cui una persona sta con se stesso e meglio si conosce e si ritrova.

 

 

Come hai iniziato a fare questo mestiere?

Per scherzo, per curiosità, perché adoro la manualità, per varie vicende mi sono ritrovato a contatto con i tatuaggi, la cosa mi ha incuriosito sempre di più, finché l'amore è nato e quindi ho mollato tutto e tutti per fare e dedicarmi solamente al tatuaggio e al corpo che viene tatuato.

Generalmente si inizia a tatuare perché appassionati di tatuaggi, ci si fa fare dei tatuaggi addosso e poi in seguito ci si interessa all'arte, alla realizzazione stessa del tatuaggio, per me è stato un po' diverso, a me interessava la realizzazione, per questa ragione mi sono trovato sempre di più in studi di tatuaggio per cercare di imparare, come il garzone di una volta, ancora per questa ragione, mi ha portato in giro un po' per l'Europa per cercare il maestro giusto, quello che mi accettasse, perché comunque è una vecchia arte e quindi non tutti sono predisposti a regalarti il proprio sapere, finché ho trovato quello giusto, a Londra, un po' ostico, però io da bravo italiano ho insistito, ho insistito e alla fine mi ha accettato, come osservatore, sembravo il pappagallo sul trespolo, però funzionava la cosa. Imparati i primi rudimenti poi sono stato fortunatissimo perché a Milano ho conosciuto quello che poi è stato il mio maestro ufficiale diciamo, perché è lui che mi ha accolto, mi ha preso in studio, mi ha insegnato tutto, ha risposto a tutte le domande che facevo, finché mi ha messo a disposizione un angolino nel suo studio per tatuare i miei amici, cosa che non facevo quasi mai perché io ne approfittavo per guardare lui mentre lavorava piuttosto che tatuare gli amici, anche perché poi era sempre una delusione: io vedevo la sua mano girare e faceva delle cose bellissime, tentavo io di fare la stessa cosa e non succedeva mai, e quindi era più un apprendere, volevo assorbire il più possibile per poi un giorno, e quel giorno è arrivato, mettermi, si dice, 'a testa bassa' sulla persona e realizzare quello che fino adesso hai solo assimilato. E questa cosa è successa, e quindi sono diventato tatuatore a tutti gli effetti, ho aperto il mio studio, mi sono spostato a Roma e pian pianino ho creato la mia nicchia, il mio stile e ogni giorno lo scopri sempre di più, lo cerchi sempre di più, e ogni giorno conosci qualcosa di più bello.

 

 

Tu mi dicevi prima che ti definisci un pochino un tatuatore atipico..

si, tatuatore atipico perché quello che è importante è fare un bel tatuaggio, che secondo me sia bello sempre, non perché hai 20 anni e quindi è bello un certo stile, perché quel tatuaggio te lo porti per tutta la vita, quindi deve essere bello oggi e domani, e deve venire da dentro di te quindi non è quello che va più per moda ma quello che più ti interessa, quello che più ti ritrovi dentro, e per fare questo ci vuole un certo studio, ci vuole una perdita di tempo, che NON è una perdita di tempo alla fine, cosa che generalmente i miei colleghi credo non facciano, in genere c'è un catalogo o più cataloghi dove tu puoi scegliere un disegno e spesso è quello che poi viene realizzato su di te. Io ho gli stessi cataloghi che però uso per far capire meglio a quella persona se è più propenso per uno stile piuttosto che per un quell'altro, e da lì inizia tutta un'elaborazione sul corpo, o prima su carta, per poi realizzare un tatuaggio che è suo, solamente suo, per una persona che è unica.

 

 

Per fare questo ci vuole un po' di intimità, l'intimità che da soltanto la NOTTE..

io tendenzialmente riesco a stare più sveglio e a creare di più di notte che di giorno, in qualsiasi ambito, cucinando un piatto di spaghetti al burro e parmigiano a casa piuttosto che al lavoro quindi..

di notte lo preferisco, di notte la gente che viene a tatuarsi da me ritrova più se stessa, c'è più un rapporto diretto tra me e chi sta sulla poltrona, le luci si abbassano, c'è solamente questa luce che io uso per lavorare diretta sulla persona e quindi è una specie di spot sul palcoscenico e in quel momento c'è il tatuaggio, non c'è nient'altro: c'è il tatuaggio e ci sono le linee di quel corpo, individuate, trovate, data una forma particolare a quelle linee, si esegue il tatuaggio.

È come quando stai per la prima volta nel fine settimana con la tua ragazza, è bello perché è una cosa che hai progettato, che hai corteggiato per un po' di tempo e poi solo alla fine quel momento, e solo di notte può essere, te la vivi, con tutti i suoi sospiri, con tutte le sue pause, con tutte le sue attese, però per un risultato; quindi non te ne importa niente se al mattino devi ritornare al lavoro se stai spendendo tutta la notte perché in quel momento è più importante: te, quel tatuaggio, che è il lavoro di domani, che è piuttosto una routine.. quello che stai facendo quella notte lo stai facendo per tutta la vita quindi te lo devi vivere, con tutta calma.

 

 

Il tatuaggio è un'arte antica mi dicevi..

il tatuaggio si suppone sia nato insieme all'uomo, il quale, parliamo dell'uomo primitivo, aveva scoperto che le erbe potevano far bene ad alcuni dolori, spesso le artrosi, le artriti, e quindi aveva imparato a fare una specie di cataplasmi direttamente sulle zone dolenti. Ora, forse perché erano ferite, forse per altre ragioni, si sono accorti che queste erbe tingevano il corpo.. hanno dato delle forme a queste macchie di colore sulla pelle e queste forme col tempo hanno assunto significati diversi, iniziavano a tatuarsi per appartenenza a un gruppo, o per l'elevazione sociale nel gruppo stesso, per religione, le espressioni sono state le più varie e in tutti i popoli del mondo. Noi le testimonianze più antiche ce le abbiamo descritte da Capitan Cook che circa nel 1700 nella Polinesia scoprì il tatuaggio, e questo era il tatuaggio samoano, thaitiano, marchesiano sono degli stili simili ma molto diversi, tutti molto importanti, e sono quelli che spesso vediamo in televisione nei servizi, negli speciali dove una persona tiene un paio di bastoncini in mano, uno picchia sull'altro e il risultato è un tatuaggio molto doloroso però molto affascinante sulla pelle; da lì nelle varie epoche, nelle varie zone del mondo ci sono stati momenti più o meno interessanti per il tatuaggio, addirittura dei momenti in cui il tatuaggio veniva proibito, anche perché il tatuaggio non ce lo dimentichiamo è una ferita sul corpo, quindi adesso possiamo curarla, ieri c'era meno possibilità e si moriva per una semplice infezione quindi anche per questa ragione spesso in alcune epoche il tatuaggio è stato assolutamente vietato. Se n'è fatto anche un uso, soprattutto in Giappone, coercitivo, cioè era una punizione, come la legge del taglione che c'era una volta “hai fatto questo quindi ti amputo quell'arto”, il tatuaggio serviva per marchiare quella persona col segno della vergogna perché aveva fatto qualcosa che non doveva essere fatto.

Oggi il tatuaggio non ha più tutto questo però non ci dimentichiamo che esistono un paio di nemici molto cattivi e invisibili che si chiamano epatite e hiv.

 

 

Tu Francesco mi dicevi prima hai fatto si che alcune norme sui tatuaggi venissero applicate..

si, siccome qualche anno fa il tatuaggio iniziava ad essere praticato un po' in ogni dove , nel sottoscala di un appartamento piuttosto che in una discoteca o in un garage o nel box dell'amico dove tutti in genere andavano lì per suonare, lui sapeva disegnare e quindi si era improvvisato tatuatore. Appunto per quello che stavo dicendo prima, cioè per via delle malattie e delle contaminazioni, cose che non vedendo non consideri se non ne sai molto, c'è stato bisogno di creare e richiedere delle normative, delle linee guida dal Ministero della Sanità, e questo l'ho fatto insieme ad altre persone e l'abbiamo ottenuto finalmente quindi oggi ci sono dei corsi di formazione della Regione Lazio, e di altre regioni d'Italia, i quali ti danno una preparazione soprattutto a livello sanitario e igienico, oltre che una minima preparazione tecnica, perché essendo più che un artista un artigiano il tatuatore, impari tutti i giorni, quindi la preparazione tecnica è assolutamente di base, quella sanitaria è un po' più approfondita e te la tieni per sempre, e ti danno anche un diploma regionale riconosciuto come quelli di un estetista o non so un podologo, di altre figure.

 

 

 

Il tatuaggio è una ferita, hai detto poco fa.. perché secondo te la gente si tatua? Ossia si crea una ferita sul proprio corpo, per ricordare un fatto, perché?

Ogni persona ha una ragione diversa.. c'è stato molto il fenomeno moda, che per fortuna sta scemando, ormai chi si tatua sa, secondo me, perché lo fa, e lo vuole un tatuaggio, non per essere più alla moda dell'amico, ma perché vuole essere più se stesso.

Generalmente per ritrovare se stessi c'è sempre un periodo di travaglio, un momento difficile da affrontare e da superare, forse il tatuaggio è anche questo: è una piccola prova con se stessi, è una presa di coscienza del proprio essere e del proprio corpo, secondo me fa riaffiorare.. per lo meno io insisto con i miei clienti perché cerchino meglio dentro di loro, per trovare quelle linee giuste, che possano poi esprimersi e affiorare sottopelle.. più che io mettere delle linee sottopelle col mio colore, sono le linee stesse che devo cercare e portarle fuori. Seguendo le linee del corpo sicuramente, ma seguendo quello che è l'istinto di quella persona, non la parte razionale di essa che arriva qui convinta di voler fare quel disegno perché l'ha visto, ed è bello, ed è piaciuto a tutti.. ma quello che hai dentro. Se riesci a tirar fuori quello che hai dentro non hai paura del giudizio degli altri e li affronti sempre con molta forza, al contrario invece se tu l'hai deciso col disegno, incontrando tre persone che ti dicono “ma che hai fatto? Secondo me hai sbagliato, secondo me non è quella cosa giusta” i dubbi ti vengono, perché tu l'avevi pensato, non lo SENTIVI, non eri te stesso: solo se sei te stesso, secondo me, un tatuaggio non ti stancherà mai, e ti darà sempre più soddisfazione vedendolo.

 

Francesco tu vai spesso a Verona, mi hai detto, perché? E viaggi di notte..

viaggio di notte perché la notte è il momento migliore per me. Vado a VERONA perché.. col tatuaggio si possono fare anche altre cose. Io sto cercando di farle insieme a dei medici che ritengo molto intelligenti e interessati a nuove aperture, perché col tatuaggio si possono risolvere molti altri problemi, non solo quello di voler esprimere se stessi sulla pelle ma piuttosto cercare di riportare un corpo purtroppo distrutto o comunque in parte demolito da malattie come il tumore o da traumi da incidente stradale per esempio, che devono essere ricostruite chirurgicamente perché altrimenti alcune parti come sappiamo tutti, non esistono più. La chirurgia ha dei limiti, in collaborazione col tatuaggio a volte questo limite viene portato molto più in là, a Verona ho trovato la prima e seconda divisione di chirurgia plastica di un ospedale che si chiama il Borgo Trento, e sono due staff, due team, molto, come dicevo prima, aperti mentalmente, e quindi stiamo cercando di risolvere questo problema al meglio, addirittura cambiando loro le metodologie di ricostruzione, e io le mie tecniche e i miei aghi perché possano meglio servire allo scopo. E abbiamo scoperto, ormai son 6 o 7 anni almeno che collaboriamo a tempo pieno, e quindi io ogni mese sono su per loro, e abbiamo scoperto che i risultati migliorano e quindi l'aspetto psicologico di quella persona che ha avuto un trauma è migliore, perché un pochino l'abbiamo aiutata ad eliminare quello che non era un trauma solamente fisico ma naturalmente anche psicologico, una donna menomata si sente menomata per sempre.. un uomo o una donna sfigurati da un incidente o da un ustione si sentono, non in difetto, si sentono a disagio con la vita e noi li aiutiamo a superare questo, sentirsi un po' meglio tutti quanti noi, con una camicetta diversa o con un'acconciatura diversa tutti noi ci sentiamo meglio, più a nostro agio, più sicuri di noi.. per una persona che è abituata a sentirsi così di punto in bianco cambiare completamente, radicalmente la propria vita perché manca qualcosa che c'era, è destabilizzante; pian pianino stiamo riuscendo in cose sempre più belle e quindi tecnicamente si ammorbidiscono delle cicatrici che limitano dei movimenti, l'apertura della bocca per esempio, se la cicatrice è a lato della bocca ed è molto importante e consistente, piuttosto che l'estensione di un braccio o l'apertura del palmo della mano. Questo cambia la qualità della vita, la cambia anche un labbro ricostruito dopo la labioschisi o la biopalatoschisi che sarebbe il comune labbro leporino.. un uomo dopo un intervento perché gli è stato corretto da piccolo il labbro leporino si fa crescere i baffi e quella piccola deformazione non la vedi neanche, su una donna è molto più difficile, quindi ricostruire un labbro, una parte di bocca o attenuare gli inestetismi di un tatuaggio d'asfalto o di una cicatrice molto importante sul volto di una donna fanno ritornare più donna e femmina quella persona che era semplicemente donna sulla carta d'identità. Ecco perché vado a Verona tutti i mesi e continuerò ad andarci per sempre.

 

 

Francesco, e invece la notte con che tipo, con che genere di persone vieni a contatto?

con tutti, soprattutto non con i “personaggi della notte” credo, perché il personaggio della notte vive la notte nel suo modo, non ha bisogno di impegnarla in altro, e quindi non gli interessa fare un tatuaggio di notte perché ha già di cosa vivere o da cosa avere soddisfazione.. io la notte lavoro sulle persone che di giorno lavorano, e che solo di notte si dedicano a se stessi, e si circondano delle cose alle quali sono più legati, più affezionati: la famiglia, gli amici, si dedicano alla lettura di un libro piuttosto che alla visione di un bel film, e si dedicano anche a se stessi, e quindi al tatuaggio. Solo di notte può essere fatto, di giorno c'è troppa frenesia, ci sono altri interessi, troppi elementi che disturbano.. di notte tutto questo se ne va, si allontana, si assopisce tutto..tutto diventa calma, tranquillità.. ognuno rientra un po' in se stesso, si rilassa, e si mette in poltrona.. a volte la poltrona è quella del tatuatore, per fare quello che non sapevi neanche di avere dentro, e insieme a me, insieme ai miei collaboratori, insieme agli amici hai scoperto di avere.

 

 

Tu Francesco a che ora apri la notte e a che ora chiudi normalmente?

Io apro all'inizio del pomeriggio, perché comunque ho bisogno di contattare delle persone che di notte starebbero a casa, come dicevo prima, sono e persone di tutti i giorni, che incontriamo per la strada, quindi di notte stiamo a casa o tra amici. Di pomeriggio apro soprattutto per studiare i disegni, per avere un primo contatto, un primo approccio col cliente, poi da lì quindi pian pianino c'è lo studio, ci si rincontra sempre di pomeriggio spesso o nel tardo pomeriggio quindi verso le 7-8 per verificare le evoluzioni di progetto del disegno, fino a che si fissa l'appuntamento, se l'appuntamento è piccolino possiamo anche farlo di pomeriggio, se l'appuntamento diventa di dimensioni più grandi e quindi ha bisogno di uno studio diretto sul corpo o di un'interpretazione nuova piuttosto impegnativa, l'appuntamento è sicuramente di sera e quindi non prima delle 8 di sera per poterci dedicare anche tutta la notte a delle linee che domattina saranno un tatuaggio per sempre.

 

 

Francesco, hai un episodio particolare da raccontarci accaduto una notte?

Ne ho centinaia di questi. Spesso al mattino mi ritrovo nel traffico perché sto tornando a casa dopo una notte di lavoro, sempre contento e soddisfatto, a volte per non aver fatto alla fine nessun tatuaggio, perché forse abbiamo capito solamente sul corpo e dopo una notte di disegni che quel tatuaggio su quella persona non va più bene, sono cambiate le cose, o forse quell'entusiasmo e quel desiderio di tatuaggio che quella persona aveva, avendocelo addosso, o avendolo studiato per tutta la notte addosso, si è resa conto che tutto sommato non è quello che cercava e quindi non ho perso un cliente, ho guadagnato un amico, perché quella persona mi sarà sempre riconoscente e questo per me è buona pubblicità al tatuaggio e buona pubblicità a me stesso.

 

 

Francesco, ormai è notte fonda.. vogliamo salutare allora i nostri amici ascoltatori? Con un buongiorno o una buonanotte?

Auguro a tutti sicuramente ancora un buon riposo, fino al mattino, e domani mattina assorbite il sole, assorbite la luce, divertitevi e usate tutte le energie che avete, perché così domani sera potrete essere più rilassati e più tranquilli e capire qualcosina in più di voi stessi, buonanotte.

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