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25 agosto 2008
Nanni Magazine
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Tatuaggi: "La vera trasgressione oggi è farli con coscienza"

Francesco Cinti Piredda, tatuatore romano professionista, non ha dubbi e in questa chiacchierata sottolinea che il tattoo non è un accessorio ma una parte di sé. Ecco perché, dice, "un particolare disegno è giustificato a 20 anni ma inadeguato a 40"

Il suo studio a Testaccio non ha l’aria cupa e lugubre che hanno spesso di alcuni laboratori di tatuaggi. Piuttosto è un mix di oggetti che rendono quell’angolo davvero unico ed interessante: un violino appeso sopra il tavolo da lavoro, un’enorme tela di Madonna con bambino che occupa quasi tutta una parete, un ventilatore stile pop-art che troneggia da una mensola circondato da modellini di corriere antiche. È immerso in questo spazio che lavora Francesco Cinti Piredda, romano tatuatore professionista da 13 anni, insegnante e commissario d'esame ai corsi riconosciuti dalla Regione Lazio per il diploma obbligatorio per Esercenti le Attività di Tatuaggio e Piercing. "Un artigiano più che un artista", come lui stesso ama definirsi, che nella notte trova la sua musa ispiratrice: "È il momento della giornata in cui sono più creativo, in ogni ambito - ci racconta -. Anche se devo cucinare un piatto di spaghetti! E poi, la notte è il momento in cui la gente resta sola con se stessa, in cui meglio si conosce e si ritrova”.

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I suoi clienti sono soprattutto persone che di giorno lavorano e hanno solo la sera per dedicarsi a se stessi. Gente che di notte si rilassa e si siede in poltrona.  E a volte la poltrona è quella del tatuatore. “C'è un rapporto diretto e speciale tra me e il cliente seduto sulla ‘mia’ poltrona” spiega. “Le luci si abbassano, rimane solo la luce che uso per lavorare, come un faro su un palcoscenico. A chi viene qui non importa se è notte fonda o se domani dovrà alzarsi presto per andare a lavorare, in quel momento il cliente è lì che sta realizzando un’idea che sarà per tutta la vita". Per cercare di caire un po' do più del mndo tatuaggio vissuto da Francesco, lo incontriamo Francesco proprio nel suo studio dove sono passati, tra gli altri, gli attori Primo Reggiani e Simona Cavallari, la cantante Fiordaliso, la coppia Francesco Totti - Ilary Blasi e dove Gabriele Muccino ha girato alcune scene del film 'L'Ultimo Bacio':

Francesco è vero, un tatuaggio è per sempre?


"Oggi i tatuaggi si possono eliminare con il laser neodimio Yag (ND:YAG). Ma bisogna sempre partire dall'idea che il tatuaggio non è un accessorio, ma una parte di te che invecchierà con te. Un particolare disegno può essere giustificato a 20 anni ma magari inadeguato a 40. Il tatuaggio non è più trasgressione; la trasgressione oggi è farlo con coscienza e in modo consapevole."

Come riconoscere un bravo tatuatore?


"In primo luogo deve rispettare le ‘Linee Guida per l'esecuzione di procedure di tatuaggio e piercing in condizioni di sicurezza’ emanate dal Ministero della Sanità, cioè deve avere l'attrezzatura e  le competenze, lavorare in uno studio igienicamente adatto, in grado di far sentire il cliente a proprio agio. Un bravo tatuatore deve tenere presente del futuro della persona - senza pregiudicarne la vita professionale o sociale - per valutare la collocazione e la dimensione del tatuaggio. Questo deve essere giusto per il corpo, dare soddisfazione al corpo ed essere sempre in perfetta armonia con vita privata del cliente. Sono tutte considerazioni che il tatuatore deve fare ed eventualmente rifiutare il cliente o suggerire un'alternativa al tatuaggio da lui pensato."

E tu quali tatuaggi sconsigli?


"Quelli legati alla moda o all'età del momento. Tra le parti del corpo sconsiglio l'addome, perché il disegno viene modificato dal movimento del corpo o da una  gravidanza. E poi i punti visibili come mani e viso e il piede, su cui il tatuaggio sbiadisce più velocemente per il contatto con la scarpa.

A colori o in bianco e nero?


"Dipende dallo stile del tatuaggio o dalla persona. Prima si prediligevano quelli neri perché i colorati sbiadivano più facilmente.Oggi invece la qualità dei pigmenti utilizzati è talmente alta che non c'è più differenza tra un tatuaggio colorato e uno in bianco e nero."

Qual e è il tuo stile?


"Sono legato alla tradizione polinesiana, maori, del borneo o giapponese. In particolare, per quest’ultimo stile, mi ispiro a Hokusai, ma non ai manga!!. Mi piace realizzare rami intrecciati, disegni puntinati. Inoltre ho inventato e depositato un carattere con cui realizzo scritte sul corpo suggerite dal cliente...e indecifrabili da tutti."

Cosa fare una volta tatuati?


"Un tatuaggio ben fatto deve essere curato nei 7-10 giorni successivi e protetto con una crema solare ad altissima protezione per sempre. E, soprattutto, non deve essere ritoccato mai. Il ritocco in genere è necessario se il tatuatore o il tatuato hanno fatto qualcosa di sbagliato, nel disegno o nella cura nei giorni successivi. Il tatuaggio è una ferita e come tale va trattata."

C'è un tatuaggio, tra quelli che hai realizzato, che ricordi particolarmente?


"Quello fatto a un cliente di 78 anni. "La vita è bella... ma corta" scritto dietro le spalle."

Vanessa Bozzi

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